In un periodo storico in cui l’”immagine” ha assunto un ruolo centrale sul piano della trasmissione dei contenuti, tanto da rendere a volte superfluo il contenuto stesso del testo, e in particolare in un periodo storico dove l’architettura ha perso il suo ruolo di territorio privilegiato di dialogo e di ricerca finalizzato allo studio dei fenomeni di trasformazione urbana e quindi anche sociale, appare utile affrontare le tematiche urbane partendo proprio dal significato stesso del termine “immagine”. Potrebbe quindi apparire forse provocatorio o fuorviante intitolare un percorso di studio rivolto al pubblico più vario, quello dei professionisti, degli appassionati, ma anche dei cittadini curiosi, destinato comunque a chiunque creda utile interrogarsi sul ruolo della città, sui suoi cambiamenti e sul significato che l’architettura deve ancora avere oggi nella costruzione di un luogo urbano "migliore", con una specie di slogan, quale “l’atto di vedere”.
Non è però uno slogan, bensì uno strumento opportuno per affrontare molti dei temi enunciati. Perché declinare tutto all’immagine è di certo un errore, ma va ricordato come “guardare” non sia necessariamente “vedere”.
“L’atto di vedere” è inteso quindi non come semplice compiacimento estetico o esperienza disimpegnata, ma percorso del tutto scientifico per affrontare alcune tematiche che dovrebbero (ma non è così scontato vengano percepite da tutti come tali) i punti cardine su cui ognuno di noi dovrebbe costruire una propria coscienza della realtà urbana che lo circonda.
Scopo degli incontri promossi dall’Associazione ETRA sarà proprio evidenziare tali tematiche, aiutare a “vedere”, superando la semplice fase del coinvolgimento emotivo o della spinta mediatica, affinché si possa nuovamente porsi dinanzi a determinate problematiche complesse con gli strumenti per parlarne compiutamente. Non vi è alcun intento "educativo" (nel senso più coercitivo, nel senso cioè di dire cosa è meglio e cosa peggio), bensì formativo, nell’intenzione di offrire a chi vorrà seguire un percorso condiviso una casistica di documenti, grazie ai quali maturare una propria opinione strutturata, fondata su dati appunto scientifici.
Gli incontri, pur avendo chiaro il termine ultimo di studio, ovvero una realtà urbana e territoriale strutturata come può essere quella del Monfalconese, regolata da fattori economici e culturali propri e già più volte affrontati e sviscerati attraverso studi validi, produrranno, proprio per garantire massima libertà di pensiero, riflessioni autonome dalla realtà urbana suddetta; saranno condotti attraverso il contributo di studiosi dei fenomeni urbani e dell’architettura della città che presenteranno le loro ricerche, le proprie opinioni maturate in ambito scientifico, declinando due quesiti centrali a cui sono stati chiamati a interrogarsi: Quale spazio urbano per il prossimo futuro? Quale architettura per la città futura?.
Non va inteso, questo programma, come costituito da semplici comunicazioni ex cattedra, e nemmeno come corso formativo di stampo tecnico, quale abitualmente inteso, ma una occasione dove figure operanti da anni sulle tematiche dello studio urbano possano trovare il modo di proporre dei punti di vista, delle chiavi interpretative per una lettura non retorica sulla città, da declinare poi verso una realtà territoriale particolare.
“L’atto di vedere” le singole realtà urbane e il territorio, quindi, con sguardi diversi per individuare una immagine condivisa della città e del territorio, delle sue criticità e delle sue vocazioni, alfine di sostenere nuove e mature volontà progettuali che potrebbero, eventualmente, configurarsi anche quali spunti di analisi per la futura elaborazione degli strumenti urbanistici comunali e di indirizzo sovracomunale.
In questi termini un territorio urbano, nel caso specifico la realtà sovracomunale del Monfalconese, potrà essere studiata come porzione inscindibile dal territorio in cui si colloca e con il quale si deve relazionare, cercando di evidenziarne le vocazioni e l’identità in un’ottica ampia di sistema integrato, nell’obiettivo della maturazione di una coscienza urbanistica partecipata.
I temi principali saranno: il rapporto città /territorio e architettura/città; i principi della sostenibilità per la progettazione dell’ambiente urbano; il tessuto storico e/o esistente nel processo di riqualificazione e rigenerazione urbana.
La proposta dell'associazione avrà cadenza stagionale e sarà contraddistinta di nuclei autonomi di studio, peraltro correlati tra loro. L'evento ha ottenuto il patrocinio del Comune di Monfalcone, Assessorato all’Urbanistica, dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Gorizia e della Facoltà di Architettura dell’Università di Trieste.
La prima proposta (Autunno 2012), che si compone di due comunicazioni, intende soffermarsi su alcune tematiche centrali nello studio dei fenomeni urbani, declinandosi nel primo caso proprio nell'enunciazione di alcuni dei punti di vista più sopra richiamati, attraverso una riflessione sull'estetica della città; nel secondo caso affrontando uno dei punti cardine del dibattito attuale: il riuso dei luoghi e delle architetture esistenti, il re-cycle.
Per affrontare tali temi saranno presenti a Monfalcone, presso la sede del Palazzetto Veneto di via Sant'Ambrogio, 12 - I° piano:
arch. Marco Romano, venerdì 05 ottobre 2012, alle ore 17.30;
arch. Sara Marini, venerdì 19 ottobre 2012, ore 17.30.
Tutti gli incontri saranno a ingresso libero fino a disponibilità. E’ gradita per ragioni organizzative una conferma di partecipazione scrivendo una mail a info@culturaeticaetra.com
Vi alleghiamo di seguito alcune note biografiche dei relatori:
MARCO ROMANO
nato a Milano nel 1934.
Laureato in Architettura a Milano.
Professore ordinario di Estetica della città.
Direttore del Dipartimento di Urbanistica dell'Istituto Universitario di Architettura di Venezia (1978/1982).
Direttore della rivista Urbanistica, organo ufficiale dell'Istituto Nazionale di Urbanistica (1977/1986).
Direttore scientifico della Sezione Italiana alla XVII Triennale di Milano sul tema "Le città del mondo: il futuro delle metropoli" (1988).
Ha collaborato al quotidiano La Voce; scrive sul Corriere della Sera.
Membro del Consiglio superiore del ministero dei Beni culturali (2009).
Promotore di una teoria estetica della città , e autore dei suoi Ritratti di città, ha tra l’altro pubblicato:
Marco Romano, Costruire le città, Milano, Skira, 2004
Marco Romano, L’estetica della città europea, Torino, Einaudi, 1993, 2005
architetto e dottore di ricerca, vive e lavora a Venezia.
Nel 2008 ha vinto la borsa di ricerca internazionale “Research in Paris”, indetta dalla Ville de Paris.
Dal 2010 è ricercatrice in Composizione architettonica e urbana presso l’Università Iuav di Venezia.
Ha curato con Pippo Ciorra il catalogo della mostra del MAXXI Re-cycle. Strategies for Architecture, City and Planet (Electa, Milano 2012).
Promotrice di ricerche attorno ai temi del riuso e della rigenerazione urbana (re-cycle) ha curato e pubblicato:
AA.VV., New York. The Unstable Sameness, Macerata, Quodlibet, 2008;
S. Marini Architettura parassita. Strategie di riciclaggio della città, Macerata, Quodlibet, 2009;
S. Marini, C. Barbiani, Il palinsesto paesaggio e la cultura progettuale, Macerata, Quodlibet, 2010;
S. Marini Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto, Macerata, Quodlibet 2011.